Materiale video senza titolo, informazioni

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Non è facile definire che cosa è “Materiale video senza titolo”. Potrei dire che da quando ho avuto la prima telecamera, nel 1992, ho cominciato a accumulare riprese video. Somigliavano però anche alle fotografie familiari, che tutti noi abbiamo avuto a tonnellate, o per lo meno in abbondanza, dagli anni sessanta in poi. Cioè da quando le macchine fotografiche si sono diffuse nelle famiglie e il benessere ha dato la possibilità di fotografare spesso. Succedeva anche prima dell’arrivo del digitale. In casa nostra ne abbiamo veramente a migliaia di foto e diapositive, degli anni sessanta, settanta e ottanta.
Nello stesso momento, fino dal principio dovevo riprendere perché mi rendevo conto che avevo una possibilità che non era stata data a nessuno, prima degli anni ottanta. Infatti, i famosi filmini in pellicola, il super 8, degli anni sessanta e settanta, per quanto diffusi, non andavano mai oltre i pochi minuti, a causa dei costi. L’elettronica, con la registrazione su nastro vhs per esempio, aveva improvvisamente dato la possibilità di riprendere per ore, a costi ridottissimi, perché le cassette vhs costavano poco.

Adesso, ho circa un migliaio di ore di girato, e è questo materiale che compone via via i video appunto definiti “Materiale video senza titolo”

Cosa sono quindi questi video?

Come scritto sopra, non credo sia facile a dirlo. Non sono più video nel senso di documentari; non hanno più quella forma, nemmeno lo stile del documentario, del “film” in forma di documentario, del cortometraggio, anche di pochi minuti. E del resto non hanno senso come documentari, perché non lo sono.
Non è un video diario; non nel senso che si dà a questo termine come il “vecchio” diario scritto, che si usava una volta.
Non sono video blog; questa forma espressiva, cominciata nei primi degli anni duemila, è comunque diversa, lasciando stare che ormai non la pratica più nessuno, con i social che hanno preso il suo posto, e l’alluvione di video riprese su instagram per esempio.
Fin dall’inizio, fin da quando ho cominciato a raccogliere tutte quelle riprese in una categoria a parte, che appunto ho chiamato “Materiale video senza titolo”, nel 2005, c’è stato un referente all’arte. Persino il nome. Di quadri dal titolo “Senza titolo” è piena la storia dell’arte. Che cosa facevo io, se non produrre qualcosa del genere? Cioè un lavoro, che fosse la mia attività, che la rispecchiasse. Erano realizzazioni artistiche che facevo, senza volere una etichetta. Questo evidentemente mi permetteva una maggiore libertà. Tanto per cominciare il cortometraggio ha delle regole. Non si lasciano andare le riprese per minuti per esempio, mentre quello io volevo fare. Erano documentazione, come quelle dei filmini familiari che si facevano appunto a partire dagli anni ottanta con le vhs, telecamerine economiche. Dovevano quindi recuperare il senso continuo, dello scorrere del tempo e a quello adattarsi, su quello improntarsi. Insomma uscivo da tutte queste regole del genere per avvicinarmi a una realizzazione artistica che non fosse più legata al film al documentario all’audiovisivo normale.
Infatti è una specie di “opera”, che si accumula e che procede, di pari passo con il procedere degli anni, senza che si veda bene la fine. Sono lavori singoli ma in sostanza tutti legati gli uni con gli altri. Sono di fatto finiti in un luogo generico al limite della video art, e sostanzialmente dentro. Se una definizione può essere fatta, sono dei manufatti d’arte, e a quella categoria vanno iscritti; tenendo conto che molta della arte degli ultimi sessanta anni è andata in un territorio fuori delle pratiche abituali, fino all’inclassificabile, e si è caratterizzata appunto per espandersi, per andare dalla pittura e dalla scultura “classiche” verso le forme multimediali e extramediali, in molti casi arrivando al limite del teatrale; la performance, l’happening, l’arte concettuale, la poesia visiva, l’arte nel sociale, l’opera ambiente. Io ho fatto il percorso inverso. Cioè dal film, dal documentario, magari sperimentale, ho passato la linea di confine dopo il quale l’oggetto visivo non è più cinema nemmeno sperimentale ma è altro. Con differenze da video a video: ci sono dei video che tendono al film, avendo caratteri più spiccati di film, di cortometraggio, insieme agli altri detti sopra, altri video hanno più l’influenza del video blog, del video diario; altri dell’istallazione, della video arte; altri del teatro o del teatro filmato; altri che riprendono i modi i fini e il linguaggio dei filmini familiari, quelli fatti appunto a tonnellate con le telecamerine turistiche; altri hanno anche un che di televisivo, rimandi o ricordi di cose anche quelle poco classificabili passate in televisioni, specialmente quelle con venature comiche o surreali, da avanspettacolo. Tutti sono un miscuglio di tutte queste cose, con appunto caratteri più o meno pronunciati.
Tutto questo si evolve e procede, va avanti, di pari passo con le dotazioni tecnologiche che mi sono state messe a disposizione, sulle quali ho immediatamente pensato come fare per svilupparle all’interno di un discorso teorico, di concetto espressivo, artistico, formale.




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Le riprese in vhs - I - Borgo Stella - 19’06





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Le riprese in vhs - I - Borgo Stella - 19’06






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Sacer - 5’33






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Gramsci - 4’13